I nostri benefattori - Pietro Stoppani (1865-1941) [Parte seconda]

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Pietro Stoppani con i reduci non vedenti della Prima Guerra MondialeCon l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, l’Istituto si trovò nella necessità di affrontare una nuova emergenza: quella dei soldati che tornavano dal fronte privi della vista. La direzione dell’Istituto, d’intesa con il consiglio, pensò allora all’apertura di una scuola laboratorio nella quale accogliere cento ospiti, ai quali far seguire un programma di rieducazione che avrebbe consentito il loro reinserimento nella società civile. Il rettore Stoppani sposò pienamente l’idea e vi si dedicò con passione gestendo in parallelo anche il collaudato Laboratorio Zirotti sorto per i ciechi adulti dell’Istituto.

Nel 1925 vide realizzato il progetto di un ricovero per cieche adulte, già auspicato dal suo predecessore Vitali. La costruzione dell’edificio, progettato da Gaetanina Calvi, insegnante dell’Istituto, e dall’architetto Faravelli, fu avviata solennemente il 25 aprile con l’intervento di re Vittorio Emanuele III, che pose la prima pietra.

L’anno successivo la struttura di Casa famiglia, dedicata alla regina Margherita, fu inaugurata e aperta alle prime ospiti. Attorno a quest’iniziativa, Stoppani seppe raccogliere numerose simpatie: la realizzazione dell’opera fu infatti possibile grazie all’attività di un comitato di dame che nel volgere di alcuni mesi raccolse gran parte della somma occorrente.

Instancabile, si occupò inoltre dell’apertura della Casa del Cieco di Civate, entrando a far parte del comitato promotore, e poi del consiglio di amministrazione agli inizi degli anni Trenta. Nei confronti di quest’istituzione Stoppani mostrò una particolare benevolenza, tanto da renderla coerede del suo patrimonio al momento della sua morte. A causa dell’età avanzata e delle precarie condizioni di salute, nel 1931, Pietro Stoppani decideva di rinunciare alla carica di direttore dell’Istituto dei Ciechi, nella quale gli subentrava, a partire dal 1° gennaio 1932 l’amico don Giuseppe Ghedini, per assumere quella di ispettore.

Pietro Stoppani e Umberto di Savoia in Sala BarozziNegli ultimi anni della sua vita, Stoppani si dedicò tenacemente alla realizzazione di un suo sogno, quello dell’apertura di un osservatorio sismologico nel seminario di Venegono Inferiore. Con quest’iniziativa egli intendeva celebrare la memoria del pontefice Pio XI, suo antico professore in seminario e quelle dello zio Antonio e di Giuseppe Mercalli, significative figure di sacerdoti e studiosi che seppero coniugare la fede con la passione scientifica. La stazione sismologia fu aperta alla fine del 1940 presso l’osservatorio meteorologico del seminario. A pochi mesi dalla sua apertura le condizioni di salute di Pietro Stoppani si aggravarono; con testamento olografo del 26 marzo 1941, Stoppani nominava suoi eredi in parti uguali l’Istituto dei Ciechi di Milano, per la Casa Famiglia e la Casa del Cieco di Civate, riservando piccoli legati ad alcuni parenti e agli amici più intimi.

Morì l’11 maggio del 1941 nel suo appartamento presso l’Istituto; riposa al cimitero monumentale di Lecco nella cappella di famiglia a fianco alla tomba dello zio Antonio.

di Enrica Panzeri Archivista
(rielaborazione dal testo di Cristina Brunati)

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