Torna la didattica a distanza

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Federico esplora una cartina tattile dell'Italia durante il lockdownCon la nuova ordinanza della Regione Lombardia le scuole superiori da lunedì 26 ottobre riprenderanno le lezioni con la didattica a distanza. Nella nota diffusa mercoledì scorso dalla Regione viene specificato che l’Ordinanza n. 623 del 21 ottobre 2020 viene modificata per ciò che riguarda la scuola: «Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare, dal 26 ottobre, il pieno svolgimento della didattica a distanza per le lezioni, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali”.

Dalla settimana prossima, insomma, se non ci saranno ripensamenti, le scuole superiori si ritroveranno di nuovo con le classi vuote. Per i 400mila studenti dei licei lombardi sarà un ritorno ai mesi che hanno preceduto l’estate, con le giornate in casa scandite dalle lezioni davanti al monitor, i compiti da fare, e i momenti di svago con lo smartphone.

E per gli studenti disabili?

Resta da capire che cosa significhi quel “fatti salvi bisogni educativi speciali” espresso nell’ordinanza. Significa, per esempio, che un ragazzo non vedente con disabilità complessa potrà continuare a frequentare le lezioni a scuola in aula con l’insegnante di sostegno? Oppure la sua presenza determinerà il proseguimento delle lezioni in classe per tutti i suoi compagni, in modo da venire incontro alle sue specifiche esigenze di apprendimento? Lo capiremo meglio nei prossimi giorni e da come i presidi interpreteranno la normativa.

Le difficoltà di questo tormentato inizio di anno scolastico per gli studenti con disabilità – mancanza di insegnanti di sostegno, nomine che non tengono conto della continuità didattica né della preparazione specifica, spazi insufficienti – ci inducono a pensare che, nonostante sulla carta sia espressa la volontà di tutela, anche questa volta gli studenti più fragili si troveranno fortemente penalizzati. Molto probabilmente ci sarà chi rimarrà isolato in casa, a seguire le lezioni online, aiutato nel migliore dei casi da genitori e familiari per rimanere al passo con i compagni. E chi (la maggior parte) invece ha i genitori che non possono seguirlo per impegni lavorativi, si troverà a rischio di esclusione.

La Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano continuerà a impegnarsi al massimo per garantire l’inclusione, supportando gli studenti ciechi e ipovedenti e fornendo loro materiali didattici specifici. Come è accaduto durante i mesi di lockdown, sarà fondamentale la consulenza tifloinformatica, per  mettere in grado i ragazzi di seguire le lezioni al computer. L’èquipe tiflologica del nostro Istituto, che in queste settimane ha predisposto i piani didattici individualizzati per centinaia di studenti ciechi e ipovedenti, intende affrontare con determinazione e spirito positivo questa nuova emergenza, facendo tesoro dell’esperienza di supporto a distanza compiuta durante la scorsa primavera.

Intanto, registriamo il parere negativo della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che ha invitato il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a rivedere la scelta: «In una fase così complessa per la Nazione – scrive la ministra in una lettera rivolta al governatore lombardo - desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse». Anche il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha espresso contrarietà al provvedimento, promettendo di dare battaglia.

Se la norma verrà mantenuta, rimaniamo in attesa di capire come i dirigenti scolastici interpreteranno il provvedimento regionale per garantire il diritto allo studio ai nostri studenti. Ci auguriamo che a pagare il prezzo più alto non siano, anche questa volta, i ragazzi e le ragazze più fragili.

di Marco Rolando

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