«La storia di Dialogo nel Buio non può finire per il virus»

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Foyer di Dialogo nel Buio

Nuovo appello di Rodolfo Masto sulla rubrica dedicata alle lettere di Elisabetta Soglio. Da Buone Notizie del 10 novembre 2020

Gentile Elisabetta,
più volte il Corriere della Sera ha parlato della Mostra Dialogo nel Buio, allestita per pochi mesi a Palazzo Reale e poi dal 2005 in forma permanente presso l’Istituto dei Ciechi in via Vivaio. A tal proposito, di tanto in tanto, mi capita di rileggere gli articoli di Guido Vergani e in particolare il primo, quello pubblicato il 14 ottobre 2002, dove seppe trasferire, con molto trasporto, l'emozione provata durante il percorso nel buio, mettendo in evidenza l'empatia instauratasi con la guida non vedente e creando, così, le premesse di un grande successo.

La Mostra Dialogo nel Buio in pochi anni ha raggiunto obiettivi davvero straordinari: tra il percorso tradizionale, le proposte teatrali, la formazione aziendale e le serate trascorse al ristorante, tutte esperienze condotte regolarmente al buio, i visitatori superano i tre milioni. Il vanto più grande è, però, quello di aver fornito nel tempo un'importante opportunità professionale ad oltre 350 non vedenti. Per alcuni è stata la prima esperienza occupazionale, una sorta di tirocinio propedeutico all’incontro con il delicato mondo del lavoro; per altri è stata la conclusione morbida di una carriera professionale, conclusasi forse troppo in fretta; per tutti un momento di vera integrazione e di crescita consapevole. Oggi sono impiegati 60 operatori di cui 46 sono guide non vedenti. L‘8 marzo 2020 è stato l’ultimo giorno di attività della Mostra, responsabilmente chiusa per il diffondersi del Coronavirus. Nel pieno rispetto dei protocolli, speravamo, dopo aver preso tutte le precauzioni necessarie, di riaprire gradualmente dal 15 ottobre e per raggiungere tale obiettivo abbiamo ottenuto il sostegno di IntesaSanpaolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Fondazione Bracco e Pirelli. I presupposti erano davvero molto buoni.

All’apertura dell’ufficio prenotazioni i posti disponibili si sono esauriti in un battibaleno e il clima era euforico, soprattutto tra le guide. Tuttavia, a causa dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria, l’agognata riapertura non ha potuto aver luogo. Desidero fare un appello a quanti possono aiutarci affinché questa straordinaria esperienza non si disperda. La Fondazione istituto dei Ciechi di Milano pare non essere compresa tra le entità che potranno ricevere ristori o aiuti a fondo perduto anche se per accedere alla Mostra sono stati regolarmente staccati biglietti controllati dalla Siae e ciò consenta un rapido e certo riscontro del mancato incasso. Faccio appello a tutti e tra questi anche al Ministro per i beni e le attività culturali perché scoprire il mondo al fianco di chi «cammina nella notte», così definiva i ciechi Nino Salvaneschi, contribuisce a costruire una società più libera e solidale.

Rodolfo Masto
Presidente Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano

Caro presidente,
volentieri rilanciamo il suo appello: Dialogo nel Buio non ha solo dato lavoro e dignità a tante persone cieche o ipovedenti, ha anche rappresentato un'esperienza educativa unica per moltissimi studenti che da lì sono passati in vent’anni. Mentre andiamo in stampa anche tanti circoli culturali, come quelli di Arci e Acli, sono a rischio chiusura perché per cavilli normativi non rientrano fra le categorie che possono ricevere aiuti statali. Il momento è difficile anche per chi governa: ma se questo Paese lascia indietro i più fragili, non si potrà mai rialzare.

Elisabetta Soglio

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