Il ritratto di Luigi Isimbardi
Un pezzo del grande cuore ambrosiano è tornato a risplendere sulle nostre pareti
Terminato l’intervento di restauro dei decori sulle pareti dello scalone d’onore, il 27 febbraio sono stati rimessi al loro posto i quadri di alcuni grandi benefattori dell’Istituto. In queste immagini si riconosce il ritratto di Luigi Isimbardi, realizzato dal pittore Giacomo Bosis nel 1909, mentre viene riposizionato (con le dovute cautele!) nella galleria dei benefattori che dà sulla nobile scalinata.
Il marchese Luigi Isimbardi, già proprietario dell’omonimo palazzo in corso Monforte che oggi è sede della Città Metropolitana, dispose un generoso lascito nei confronti dell’Ente, seguendo l’esempio di suo padre Lorenzo che beneficiò l’Istituto prima di lui. Dato il rilievo del personaggio, l'Istituto affidò la realizzazione del ritratto a un artista di comprovata bravura, il bergamasco Giacomo Bosis.
La collaborazione con Bosis, estesa a quattro ritratti realizzati tra il 1909 e il 1914, fu un episodio estremamente rilevante nella storia della quadreria dell’Istituto, e aprì le porte a un artista di area culturale non milanese. Incaricato di rievocare le sembianze di quattro benefattori d'eccezione - i marchesi Luigi Isimbardi ed Emanuele d'Adda, il cavalier Enrico Boselli, ospite e poi insegnante dell'Istituto, il commendator Enrico Rava - Bosis ripropose il sobrio verismo che lo aveva reso il ritrattista più richiesto nella sua città dopo la partenza di Cesare Tallone per Milano. Le figure campeggiano al centro della scena, isolate e monumentali, definite da una pittura meditata, a stesure larghe e definite con nitida chiarezza. Bosis lavora sulla falsariga di modelli fotografici di cui si esasperano volutamente gli effetti realistici, ma dei suoi personaggi, l'artista non manca di comprendere e restituire sulla tela la vita interiore, e con non comune naturalezza.
Un mezzo busto di Luigi Isimbardi è custodito presso l'omonimo palazzo, sede della Città Metropolitana.