La dattilobraille di Helen Keller
La storia è fatta di incontri casuali, di circostanze fortuite, avvenimenti marginali che hanno cambiato per sempre la storia del mondo. La macchina per scrittura in braille, modello americano “HALL BRAILLE WRITER” del 1898, appartenuta alla celebre scrittrice Helen Keller ed esposta oggi all’Istituto dei Ciechi di Milano, rientra in tale casistica.
Inventata da Frank Haven Hall nel maggio 1892 e prodotta dalla Harrison & Seifreid di Chicago, il prototipo della macchinetta fu presentato ufficialmente al Chicago World’s Fair nell’ottobre 1893, dove Hall incontrò per la prima volta la scrittrice cieca e sordomuta Helen Adams Keller (Tuscumbia, 1880-Alabama, 1968), celebre cieca e sordomuta. Nel libro “Devil in the White City” scritto da Erick Larson si racconta che, quando Helen Keller venne a sapere che Hall era l'inventore della macchina da scrivere Braille che usava, lo abbracciò e lo baciò calorosamente scoppiando in lacrime.
La stessa Helen scrisse il volume intitolato “La storia della mia vita” con la citata macchinetta e, successivamente nel 1902, decise di donarla al Professor Giulio Ferreri (Siena, 1862- Milano, 1942) – educatore pedagogista per sordomuti nonché direttore dell’Istituto dei Sordomuti di Milano – in segno di riconoscimento per le numerose lezioni in lingua italiana svolte.
Solo nel 16 novembre 1929, lo stesso professor Ferreri donò il prezioso cimelio a monsignor Pietro Stoppani (Lecco, 1865- Milano, 1941), direttore dell’Istituto dei Ciechi di Milano, al fine di contribuire all’ampliamento del Museo Didattico, ora Museo Louis Braille.
Melissa Tondi
Responsabile Beni Culturali
Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano