Giornata Nazionale del Braille: alla scoperta del museo milanese dedicato ai metodi di scrittura e lettura per non vedenti
Come ogni anno il 21 febbraio si celebra la Giornata Nazionale del Braille, solennità civile istituita dal Parlamento italiano nel 2007 al fine di promuovere iniziative di sensibilizzazione e di studio sul metodo di scrittura e lettura in rilievo inventato da Louis Braille.
L’Istituto dei Ciechi di Milano fu il primo in Italia ad adottare il codice Braille nel 1864 e ne nel corso degli anni ne ha promosso l’utilizzo come metodo più efficace per accedere in maniera autonoma alla cultura.
Per rimarcare l’importanza del metodo Braille nel percorso verso l’autonomia di ogni non vedente, l’Istituto ha allestito al suo interno un museo che raccoglie strumenti, macchine speciali, libri stampati per i ciechi e materiali tiflodidattici che testimoniano le trasformazioni avvenute nelle scuole dell’Istituto, dall’uso della scrittura visiva in rilievo a quella in Braille.
Il museo allestito in un’ala del palazzo di via Vivaio permette non solo di ripercorrere la storia dei tipi di scrittura per ciechi, ma di accompagnare il visitatore in un percorso coinvolgente per la straordinaria forza emotiva che gli oggetti esposti riescono ancora oggi a comunicare e a trasmettere.
L’itinerario museale si svolge attraverso la sistematizzazione di una raccolta di materiali tiflodidattici: dalla graduale trasformazione avvenuta nella scuola dell’Istituto, dalla scrittura visiva in rilievo ad uso dei non vedenti alla scrittura in codice Braille, dalle iniziali tavolette per la scrittura manuale alle macchine da scrivere con caratteri visivi e, successivamente, con i caratteri Braille, fino ai torchi con clichés per le prime stampe in rilievo.
Tutelare questi materiali, antica testimonianza della cultura dei non vedenti e trasmetterli alle future generazioni è stato lo spirito che ha stimolato l’Istituto dei Ciechi di Milano a promuovere la conservazione del suo patrimonio didattico-strumentale, testimone e documento della sua origine educativa e della sua continua ricerca tiflopedagogica.