I nostri benefattori - Enrichetta Lodigiani Luppis de Rammer
Enrichetta Lodigiani, nasce nel 1860 dal nobile Francesco Lodigiani e da Carolina Pollastri. Vedova del barone Ferdinando Luppis de Rammer, muore il 17 marzo 1926 nel castello di Monguzzo, ereditato dalla zia, contessa Enrichetta Pollastri Mondolfo, moglie di Sebastiano Mondolfo, Presidente dell’Istituto dei Ciechi di Milano dal 1867 al 1873.
Dopo aver perso l’unico figlio, Giovanni detto Giannino, nelle sue disposizioni testamentarie, redatte il 2 marzo 1925 e pubblicate negli atti del notaio Luigi Gaddi, la nobildonna nomina erede universale lo scultore Achille Alberti “in riconoscenza del bene che mi ha sempre voluto e perché sono sicura che egli curerà la roba mia come se fossi tuttora vivente”[1].
Della casa di corso Venezia 44 in Milano, caduta anch’essa nell’asse ereditario, Alberti riceve il solo usufrutto vitalizio, mentre la proprietà viene legata all’Asilo Mondolfo.
Con lettera datata 9 febbraio 1927 Luigi Bignami, ragioniere di casa Luppis, informa l’Amministrazione che lo scultore Achille Alberti intende fare dono all’Istituto di un ritratto a bassorilievo in marmo della benefattrice “allo scopo anche di evitare all’Istituto medesimo la spesa di un dipinto ad olio”, riservandosi la scelta della sua ubicazione all’interno dell’Ente. Il Presidente Francesco Denti accetta pochi giorni dopo il grato dono che: “avrà il duplice significato di onorare la memoria della Benefattrice e di dotare la nostra sede di una vera opera d’arte dovuta al di Lei ingegno e alla di Lei generosità”[2].
Il bassorilievo, collocato nell’atrio dello scalone d’onore al pian terreno, ritrae sulla sinistra la benefattrice a mezzo busto di profilo mentre a destra un’epigrafe ricorda: “DONNA ENRICHETTA LODIGIANI / BARONESSA LVPPIS DE RAMMER / 1860 1926 / RICORDO’ I CIECHI / CON GENEROSO LEGATO ALL’ASILO MONDOLFO”. La donna, acconciata con uno chignon, veste un abito con maniche a sbuffo e porta una collana a grani intorno al collo robusto; un festone di fiori delimita la parte inferiore. Della benefattrice, l’Ospedale Maggiore possiede un ritratto a olio del pittore Massimo Gallelli (1933) e un medaglione in bronzo realizzato da Achille Alberti.
Melissa Tondi
Responsabile Beni Culturali
[1] ASICMi, Benefattori, Benefattori in alfabetico, b. 54, fasc. 681
[2] Ibidem