Destinazione Polo Nord
Tra i preziosi materiali che l’Archivio storico conserva c’è un grosso faldone contenente diversi fascicoli pieni di fitta corrispondenza, relazioni assembleari, inviti a congressi e convegni, articoli di quotidiani relativi alla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi. La ricca documentazione che si è preservata rimane a testimonianza dei floridi rapporti intercorsi fra la Federazione e l’Istituto dei Ciechi di Milano già a pochi anni dalla sua fondazione. Incuriosiscono tra le numerosissime carte custodite degli anni Venti, alcuni scambi di corrispondenza datati tra il marzo e l’aprile del 1928.
La prima lettera in copia semplice è inviata dalla Regia Società Geografica Italiana - Spedizione Italiana per l’Esplorazione aerea delle Regioni Artiche al cavalier Oreste Poggiolini segretario della Federazione “Le comunico che sono ben lieto ad acconsentire che una rappresentanza di bambini ciechi assista alla cerimonia del dirigibile “Italia” che avrà luogo a Milano […]” recante la firma dattiloscritta del famoso esploratore, ingegnere ed accademico Umberto Nobile (Lauro 1885 - Roma 1978). Questa missiva è unita alla comunicazione del Poggiolini al ragioniere Casanova, segretario dell’Istituto perché si assicuri prontamente che alcuni alunni con le loro guide possano partecipare alla cerimonia dell’”aeronave” che si svolgerà l’11 aprile.
Purtroppo non abbiamo un resoconto scritto della cerimonia o le impressioni che i cinque fortunati allievi dell’Istituto riscossero alla manifestazione, ma sicuramente possiamo pensare che avrà procurato loro molte emozioni. Il famoso dirigibile Italia di cui si parla, fu costruito a Roma su progetto di Nobile, che per tale merito fu promosso da Mussolini a Generale del Genio della Regia Aeronautica.
La spedizione dal carattere marcatamente scientifico, ebbe inizio il 15 aprile 1928 partendo proprio da Milano diretta prima, alle isole norvegesi Svalbard in seguito al Polo Nord, obiettivo che fu effettivamente raggiunto il 23 maggio 1928. Purtroppo il ritorno non fu altrettanto felice: proprio mentre spiccavano all'orizzonte le montagne delle Svalbard, il dirigibile Italia si schiantò sui ghiacci a causa di una violenta tempesta.
Nobile riportò gravi ferite a un braccio e a una gamba, alcuni dell’equipaggio morirono, altri si salvarono grazie alla famosa Tenda Rossa entro la quale si adattarono a vivere per sette settimane. Grazie ad una spedizione internazionale di soccorso Nobile riuscì ad essere salvato per primo rispetto agli altri dell’equipaggio. Accusato successivamente di imperizia e di aver abbandonato i suoi uomini, fu costretto a dimettersi da tutte le cariche assunte tramite il governo fascista, che lo abbandonò al suo destino. Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale il nome di Nobile venne riabilitato.
di Enrica Panzeri
Archivista